30.10.12

osservatorio_26

tripletta (li metto qui così mamma fa prima a trovarli, mica per altro):
- bahrein
- emirati arabi uniti
- giordania

io adoro fare quello che faccio, che sia chiaro. lo faccio alle volte un po' malino, con poca convizione, male organizzata. però le soddisfazioni che ho provato negli ultimi dodici mesi, mai nella vita. non è stato tutto merito mio e sono contenta di aver trovato lungo la strada le persone che ho trovato.
però ci sono cose che davvero non possorto.

quando disegno, non sopporto il cliente che non ha nessun rispetto per il mio lavoro (e per il mio tempo) e che crede che io non ci metta niente ad imbrattare giù un paio di fogli, su. che mi fa rifare lo stesso lavoro cento volte perchè ha cambiato idea/ha avuto un'idea/caso strano la sua idea, chiusa nella sua testolina, non è arrivata come per magia alla mia di testolina/non se lo aspettava così. che non capisce che farmi rifare il lavoro e poi non pagarlo due volte è una cattiveria. quello che non capisce la sottile differenza tra essere un cliente esigente ed essere un enorme testa di cazzo.

quando scrivo, non sopporto la maggior parte dei colleghi o sedicenti tali, quelli che vogliono il leone che mangia il bambino (cit. la mia amica maria), quelli che ascoltano solo se stessi, quelli che sanno già tutto, quelli che giocano e pettinano bambole con i loro amichetti senza vedere che là fuori c'è tutto un mondo. orribile, per giunta. e non sopporto più dover dare notizie sulla bruttezza dell'essere umano. la famosa rubrica delle buone notizie, ancora non siamo riusciti a metterla in piedi.

quando vivo, non sopporto i pasionari della domenica, quelli che fanno la rivoluzione ma armiamoci e partite, quelli che la rivoluzione la fanno solo ed esclusivamente per un bisogno personale travestito da diritto universale, quelli che non ti prendono sul serio e non gli interessi, quelli che si ubriacano di qualsiasi cosa pur di avere l'impressione d'aver vissuto, quelli che per darsi un posto nel mondo preferiscono tenere sotto controllo la distanza che li separa dagli altri, perdendo di vista il loro obiettivo, e di contro odio mortalmente quelli che vivono in funzione del proprio obiettivo, perdendosi il bello del resto del mondo.

quando vivo, io odio, e lo faccio con tutta me stessa.
e forse ho smesso di fumare.

15.10.12

motociclisti


quelle qui sopra sono le prove per il logo del club motociclistico di amman affiliato al negozio moto guzzi. li metto qui perchè, come MIO LAVORO NON PAGATO, è mio quindi ci faccio un po' quello che voglio.
ho visto oggi che la stessa persona che mi ha commissionato questo (e poi non me l'ha pagato), che è poi la stessa persona che si è accorta a bocce ferme che tutta la parte relativa alle cose sue su una brochure congiunta (già chiusa, già fatturata e già stampata) era sbagliata e non ha voluto pagare le modifiche, ha pensato che fosse una idea saggia prendere il logo d'altri, tagliarlo e schiaffarci sotto il suo nome.

poi magari mi sbaglio, lui mi chiamerà per pagarmi e per farmi le sue scuse, visto che mi ha detto apertamente che il mio non è un lavoro, e magari salterà fuori che il logo che ha usato è veramente suo. a quel punto, anche io gli farò le mie scuse. sotto una pioggia di rane.

4.10.12

lettera aperta all'ipotetico cliente

- ovvero, come mettere la marta nella posizione di voler ribaltare il tavolo urlando-

io improvviso. vai a capire se è questione di genetica italiana, ma l'arte di sopravvivere arrangiandosi l'ho fatta mia tempo fa.
ora faccio una cosa per cui non ho studiato (poi ne faccio altre per cui invece sì, eh) ma che stranamente mi viene abbastanza bene. questo per pararmi il culo e giustificare alcune carenze tecniche.

nell'ultimo mese è già successo TRE volte e quindi mi viene il sospetto che non sia un caso della vita.
la domanda che mi faccio è: perchè tu, che di solito siete voi, perdete tutto quel tempo che perdete a chiamarmi e mandarmi mail per dirmi che ho sbagliato di qui, che devo modificare di là, ignorando orari e altri impegni miei, e poi non vi accorgete di un errore che stava lì da moh, eh? che poi è sempre l'errore enorme, quello che manda a monte tutti i piani di conquista del mondo e fa perdere un sacco di tempo e soldi a un sacco di gente. facendo anche discretamente arrabbiare molti.

io sono una sostenitrice della fallibilità umana: mi piace il margine di errore che ci è ancora concesso, malgrado i tempi moderni e la meccanizzazione della vita umana. mi piace davvero che le cose non vengano perfette. però poi ho il problema della perfettibilità: potevano venire fuori perfette? sì. e di chi è la colpa? mia (così, di default, mi sento che la colpa è sempre mia...che sai, nel dubbio...).

quindi, per pietà del mio apparato digerente che grida vendetta e del futuro enfisema polmonare, per favore, concentriamoci tutti di più, spendiamo dieci minuti di più del nostro tempo, usciamo, facciamo due passi, e poi controlliamo di nuovo, oppure facciamo controllare alla zia, che non l'ha mai visto, sicuro che lei lo trova l'errore nascosto.

con questa lettera aperta, colgo l'occasione per scusarmi con tutti, che, come dicevo prima, lo so che la colpa non è (solo) mia, ma nel dubbio mi faccio carico anche del vostro senso di colpa.

distinti saluti,
marta.