tripletta (li metto qui così mamma fa prima a trovarli, mica per altro):
- bahrein
- emirati arabi uniti
- giordania
io adoro fare quello che faccio, che sia chiaro. lo faccio alle volte un po' malino, con poca convizione, male organizzata. però le soddisfazioni che ho provato negli ultimi dodici mesi, mai nella vita. non è stato tutto merito mio e sono contenta di aver trovato lungo la strada le persone che ho trovato.
però ci sono cose che davvero non possorto.
quando disegno, non sopporto il cliente che non ha nessun rispetto per il mio lavoro (e per il mio tempo) e che crede che io non ci metta niente ad imbrattare giù un paio di fogli, su. che mi fa rifare lo stesso lavoro cento volte perchè ha cambiato idea/ha avuto un'idea/caso strano la sua idea, chiusa nella sua testolina, non è arrivata come per magia alla mia di testolina/non se lo aspettava così. che non capisce che farmi rifare il lavoro e poi non pagarlo due volte è una cattiveria. quello che non capisce la sottile differenza tra essere un cliente esigente ed essere un enorme testa di cazzo.
quando scrivo, non sopporto la maggior parte dei colleghi o sedicenti tali, quelli che vogliono il leone che mangia il bambino (cit. la mia amica maria), quelli che ascoltano solo se stessi, quelli che sanno già tutto, quelli che giocano e pettinano bambole con i loro amichetti senza vedere che là fuori c'è tutto un mondo. orribile, per giunta. e non sopporto più dover dare notizie sulla bruttezza dell'essere umano. la famosa rubrica delle buone notizie, ancora non siamo riusciti a metterla in piedi.
quando vivo, non sopporto i pasionari della domenica, quelli che fanno la rivoluzione ma armiamoci e partite, quelli che la rivoluzione la fanno solo ed esclusivamente per un bisogno personale travestito da diritto universale, quelli che non ti prendono sul serio e non gli interessi, quelli che si ubriacano di qualsiasi cosa pur di avere l'impressione d'aver vissuto, quelli che per darsi un posto nel mondo preferiscono tenere sotto controllo la distanza che li separa dagli altri, perdendo di vista il loro obiettivo, e di contro odio mortalmente quelli che vivono in funzione del proprio obiettivo, perdendosi il bello del resto del mondo.
quando vivo, io odio, e lo faccio con tutta me stessa.
e forse ho smesso di fumare.
- bahrein
- emirati arabi uniti
- giordania
io adoro fare quello che faccio, che sia chiaro. lo faccio alle volte un po' malino, con poca convizione, male organizzata. però le soddisfazioni che ho provato negli ultimi dodici mesi, mai nella vita. non è stato tutto merito mio e sono contenta di aver trovato lungo la strada le persone che ho trovato.
però ci sono cose che davvero non possorto.
quando disegno, non sopporto il cliente che non ha nessun rispetto per il mio lavoro (e per il mio tempo) e che crede che io non ci metta niente ad imbrattare giù un paio di fogli, su. che mi fa rifare lo stesso lavoro cento volte perchè ha cambiato idea/ha avuto un'idea/caso strano la sua idea, chiusa nella sua testolina, non è arrivata come per magia alla mia di testolina/non se lo aspettava così. che non capisce che farmi rifare il lavoro e poi non pagarlo due volte è una cattiveria. quello che non capisce la sottile differenza tra essere un cliente esigente ed essere un enorme testa di cazzo.
quando scrivo, non sopporto la maggior parte dei colleghi o sedicenti tali, quelli che vogliono il leone che mangia il bambino (cit. la mia amica maria), quelli che ascoltano solo se stessi, quelli che sanno già tutto, quelli che giocano e pettinano bambole con i loro amichetti senza vedere che là fuori c'è tutto un mondo. orribile, per giunta. e non sopporto più dover dare notizie sulla bruttezza dell'essere umano. la famosa rubrica delle buone notizie, ancora non siamo riusciti a metterla in piedi.
quando vivo, non sopporto i pasionari della domenica, quelli che fanno la rivoluzione ma armiamoci e partite, quelli che la rivoluzione la fanno solo ed esclusivamente per un bisogno personale travestito da diritto universale, quelli che non ti prendono sul serio e non gli interessi, quelli che si ubriacano di qualsiasi cosa pur di avere l'impressione d'aver vissuto, quelli che per darsi un posto nel mondo preferiscono tenere sotto controllo la distanza che li separa dagli altri, perdendo di vista il loro obiettivo, e di contro odio mortalmente quelli che vivono in funzione del proprio obiettivo, perdendosi il bello del resto del mondo.
quando vivo, io odio, e lo faccio con tutta me stessa.
e forse ho smesso di fumare.
Nessun commento:
Posta un commento