30.12.10

 
Gesù, il capodanno, il natale, la vigilia e il capodanno, ma soprattutto il primo dell’anno, il risveglio del primo dell’anno, il risveglio più triste dell’anno nel giorno più triste dell’anno, il conto alla rovescia dell’angoscia, dieci, nove, otto pippo baudo alla televisione, otto, sette, sei belen rodriguez che cantano abbracciate a lino toffolo e brindano e sorridono, sei cinque quattro coriandoli e bambini del coro e i fuochi d’artificio i petardi giù in strada, auguriiiii, three, four, someone at the door, la banalizzazione, la spersonalizzazione, la separazione, la de-bi-individualizzazione, il tempo, il cibo, l’annullamento, l’annoiamento, il sistematico sabotaggio della particolarità dell’altro, due, uno, l’affogamento del potenziale unico del dettaglio singolo nello sterile, piatto, anonimo, triste elenco di una lista di una serie di prodotti di consumo dell'intelletto, rassegnarsi alla cremagliera della propria vita, andare allegramente tutti quanti alla – uno, zero – deriva.
 
 
 
ho sognato recchioni

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