14.11.12

quando usciremo dalla galleria, il paesaggio non sarà più lo stesso




questa mattina mi sono svegliata con la notizia delle centinaia di persone che nottetempo hanno riempito le piazze del paese per protestare contro l'aumento del costo dell'energia. per fare un esempio, una bombola di gas passa da 6,5 dinari a 10. e arriva l'inverno, qui si sopravvive a stufe a gas, una bombola per stufa, un cambio di bombola alla settimana. facciamo tre stufe in ogni casa, fanno tre bombole e 30 dinari alla settimana. sempre che non finisca anche la bombola della cucina. dubito che un tassista guadagni più di 50 dinari alla settimana in giordania. mi viene da pensare che, per fortuna, l'inverno qui dura poco. sempre che non nevichi, visto che il 2013 dovrebbe essere l'anno della grande nevica quinquennale (l'altra, quella del 2008, io l'ho vista e effettivamente faceva impressione).
perchè si alza il prezzo dell'energia (gas, petrolio, kerosene, elettricità, tutto insomma)? perchè fino a ieri, nel senso vero del termine, i prezzi erano bloccati grazie all'intervento dello stato, che ammortizzava l'aumento dei prezzi di mercato (o che riceveva in regalo 'energie' in cambio di favori, ma questa è un'altra storia). insomma, tutti contenti finchè il sistema è drogato dallo stato. quando il sistema si disintossica, cade il castello di carte e bum, tutti in piazza, perchè è un'ingiustizia, perchè il governo ci affama, perchè vogliamo un aumento anche dei salari, perchè il costo della vita, perchè ci devono dare, perchè è un nostro diritto.

io non credo nella crisi. davvero. IO NON CREDO NELLA CRISI. i o n o n c r e d o n e l l a c r i s i.
ora potete lanciarvi nel minuto dell'odio contro la marta.
quando avete finito, vi spiego perchè.

il sistema, per sua natura NON PUO' essere buono, punto. un governo, un politico, un banchiere (e alle volte pure un bancario) non possono essere buoni, non posso davvero fare il tuo interesse, caro il mio cittadino. e la parte più divertente è che nella maggioranza dei casi, nemmeno tu sei buono. tu che scendi in piazza perchè mi devono dare, perchè mi devono fare. nemmeno a te interessa il bene degli altri, della comunità. anche tu hai fatto la pipì nel mare, qualche volta, su. anche tu hai saltato la fila ogni tanto in posta. anche tu ti sei dimenticato di pagare qualche conto, di onorare qualche impegno o di rispettare qualche contratto. e lo hai fatto perchè faceva comodo a te. punto. ti sei preoccupato degli altri? no. ora però con gli altri (che sono come te, eh) urli, ti sbracci, ti agiti.

una delle storie della crisi che racconto sempre è di quando, con 26 euro sul conto, la mia banca mi invitava a chiedere un prestito per potermi pagare le vacanze. ora, ho 26 euro sul conto, molti dei quali te li prenderai in costi di gestione (e tutte le volte mi immagino un pover'uomo che spolvera i miei soldi...dai, costi di gestione di soldi che nemmeno stanno lì a far polvere, perchè tu, banca, te li sei già spesi, cazzo. comunque), tu banca nemmeno mi conosci, non sai se erediterò dallo zio d'america o se mi licenzieranno in tronco nel giro di breve. come cavolo arrivi a propormi di indebitarmi (dandomi soldi d'altri poveracci come me, tra l'altro) per andare in vacanza?!?! ho ventisei euro sul conto...il massimo che posso fare è stare a casa tutta estate pensando a quale organo vendere per primo, no?! altro che vacanze...
però, se la mia banca è arrivata al punto di farmi questa proposta indecente, è perchè la proposta in sè funzionava (ricordiamoci che la banca è cattiva). e funzionava sì. c'era gente che davvero accettava quel prestito, si prendeva i miei 26 euro, andava in vacanza e poi non poteva dare indietro quello che aveva preso. i miei 26 euro, appunto. miei, di quella che voleva vendere gli organi.e chi è il cattivo ora?
questa NON si chiama crisi. si chiama selezione naturale: la banca, il governo, il sistema è cattivo e si mangia i più deboli. nel caso specifico, prima io che ho venduto gli organi, e solo poi quello che ha chiesto il prestito e che per evitare la galera ha minacciato il suicidio in qualche piazza affollata. prima si mangia me, e poi quelli che per anni hanno truffato lo stato, grazie a funzionari compiacenti, e che ora piangono miseria.
io la CRISI l'ho vista arrivare taaaanto tempo fa. quando avevo 26 euro sul conto, quando lavoravo con un contratto che non corrispondeva in nulla al lavoro che davvero facevo, quando il padrone di casa ha deciso di aumentare l'affitto senza alcun motivo logico. quello che ha chiesto il prestito, no.

questa crisi è un imbroglio, è una truffa. ma non è una crisi.
e non credo nella piazza, non credo nelle manifestazioni di popolo, non credo nella rivoluzione e non credo in quelli che la rivoluzione la fanno sempre con il culo degli altri (perchè, caro il mio rivoluzionario della domenica, se oggi vinci tu, fatti venire il dubbio che forse c'è qualcuno che invece perde. perchè, te lo garantisco, c'è sempre qualcuno che perde. e no, non è il potere, non è la banca, non è il sistema. mai sentito parlare di guerra tra poveri? se tu vinci, e il prestito per le vacanze non lo devi più ridare, a me, i miei 26 euro chi me li ridà? e i miei organi?)

poi ci sono cose in cui credo, eh.
credo nelle idee rivoluzionarie
credo nel creative commons
credo nella condivisione dell'esperienza
credo nelle genialità che stanno venendo alla luce
credo nella solidarietà che si stabilisce alla base
credo nella condivisione e nella reciprocità

e la parte bella è che tutto quello in cui credo, quotidianamente, viene messo in dubbio, minato, ferito, masticato e sputato, dalla vita che mi gira attorno. e non sono le banche, non è il sistema, non è il governo.

l'uomo è lupo per gli altri uomini. credo anche in questo, purtroppo.

10.11.12

puoi fare di meglio_1


marta, anche no (rifiutato dal cliente. il progetto era un po' di diverso ma l'idea è questa)

8.11.12

lavoro di squadra

per otto mesi ho fatto penare questa povera ragazza, ma devo dire che il risultato è proprio soddisfacente.

buon appetito a tutti!

30.10.12

osservatorio_26

tripletta (li metto qui così mamma fa prima a trovarli, mica per altro):
- bahrein
- emirati arabi uniti
- giordania

io adoro fare quello che faccio, che sia chiaro. lo faccio alle volte un po' malino, con poca convizione, male organizzata. però le soddisfazioni che ho provato negli ultimi dodici mesi, mai nella vita. non è stato tutto merito mio e sono contenta di aver trovato lungo la strada le persone che ho trovato.
però ci sono cose che davvero non possorto.

quando disegno, non sopporto il cliente che non ha nessun rispetto per il mio lavoro (e per il mio tempo) e che crede che io non ci metta niente ad imbrattare giù un paio di fogli, su. che mi fa rifare lo stesso lavoro cento volte perchè ha cambiato idea/ha avuto un'idea/caso strano la sua idea, chiusa nella sua testolina, non è arrivata come per magia alla mia di testolina/non se lo aspettava così. che non capisce che farmi rifare il lavoro e poi non pagarlo due volte è una cattiveria. quello che non capisce la sottile differenza tra essere un cliente esigente ed essere un enorme testa di cazzo.

quando scrivo, non sopporto la maggior parte dei colleghi o sedicenti tali, quelli che vogliono il leone che mangia il bambino (cit. la mia amica maria), quelli che ascoltano solo se stessi, quelli che sanno già tutto, quelli che giocano e pettinano bambole con i loro amichetti senza vedere che là fuori c'è tutto un mondo. orribile, per giunta. e non sopporto più dover dare notizie sulla bruttezza dell'essere umano. la famosa rubrica delle buone notizie, ancora non siamo riusciti a metterla in piedi.

quando vivo, non sopporto i pasionari della domenica, quelli che fanno la rivoluzione ma armiamoci e partite, quelli che la rivoluzione la fanno solo ed esclusivamente per un bisogno personale travestito da diritto universale, quelli che non ti prendono sul serio e non gli interessi, quelli che si ubriacano di qualsiasi cosa pur di avere l'impressione d'aver vissuto, quelli che per darsi un posto nel mondo preferiscono tenere sotto controllo la distanza che li separa dagli altri, perdendo di vista il loro obiettivo, e di contro odio mortalmente quelli che vivono in funzione del proprio obiettivo, perdendosi il bello del resto del mondo.

quando vivo, io odio, e lo faccio con tutta me stessa.
e forse ho smesso di fumare.

15.10.12

motociclisti


quelle qui sopra sono le prove per il logo del club motociclistico di amman affiliato al negozio moto guzzi. li metto qui perchè, come MIO LAVORO NON PAGATO, è mio quindi ci faccio un po' quello che voglio.
ho visto oggi che la stessa persona che mi ha commissionato questo (e poi non me l'ha pagato), che è poi la stessa persona che si è accorta a bocce ferme che tutta la parte relativa alle cose sue su una brochure congiunta (già chiusa, già fatturata e già stampata) era sbagliata e non ha voluto pagare le modifiche, ha pensato che fosse una idea saggia prendere il logo d'altri, tagliarlo e schiaffarci sotto il suo nome.

poi magari mi sbaglio, lui mi chiamerà per pagarmi e per farmi le sue scuse, visto che mi ha detto apertamente che il mio non è un lavoro, e magari salterà fuori che il logo che ha usato è veramente suo. a quel punto, anche io gli farò le mie scuse. sotto una pioggia di rane.

4.10.12

lettera aperta all'ipotetico cliente

- ovvero, come mettere la marta nella posizione di voler ribaltare il tavolo urlando-

io improvviso. vai a capire se è questione di genetica italiana, ma l'arte di sopravvivere arrangiandosi l'ho fatta mia tempo fa.
ora faccio una cosa per cui non ho studiato (poi ne faccio altre per cui invece sì, eh) ma che stranamente mi viene abbastanza bene. questo per pararmi il culo e giustificare alcune carenze tecniche.

nell'ultimo mese è già successo TRE volte e quindi mi viene il sospetto che non sia un caso della vita.
la domanda che mi faccio è: perchè tu, che di solito siete voi, perdete tutto quel tempo che perdete a chiamarmi e mandarmi mail per dirmi che ho sbagliato di qui, che devo modificare di là, ignorando orari e altri impegni miei, e poi non vi accorgete di un errore che stava lì da moh, eh? che poi è sempre l'errore enorme, quello che manda a monte tutti i piani di conquista del mondo e fa perdere un sacco di tempo e soldi a un sacco di gente. facendo anche discretamente arrabbiare molti.

io sono una sostenitrice della fallibilità umana: mi piace il margine di errore che ci è ancora concesso, malgrado i tempi moderni e la meccanizzazione della vita umana. mi piace davvero che le cose non vengano perfette. però poi ho il problema della perfettibilità: potevano venire fuori perfette? sì. e di chi è la colpa? mia (così, di default, mi sento che la colpa è sempre mia...che sai, nel dubbio...).

quindi, per pietà del mio apparato digerente che grida vendetta e del futuro enfisema polmonare, per favore, concentriamoci tutti di più, spendiamo dieci minuti di più del nostro tempo, usciamo, facciamo due passi, e poi controlliamo di nuovo, oppure facciamo controllare alla zia, che non l'ha mai visto, sicuro che lei lo trova l'errore nascosto.

con questa lettera aperta, colgo l'occasione per scusarmi con tutti, che, come dicevo prima, lo so che la colpa non è (solo) mia, ma nel dubbio mi faccio carico anche del vostro senso di colpa.

distinti saluti,
marta.

 

9.9.12

le cose di cui sono stufa marcia_lista

l'estate
il femminismo
cucinare
dover pensare quello che pensi tu senza tu ti prenda il disturbo di pensare quello che penso io
le bugie dette solo per interesse personale
le sparizioni senza spiegazioni
i grazie dimenticati in gola
l'irriconoscenza
la vicina di casa francese del piano di sotto
avere un piano e vederlo sfumare per colpa di qualcun altro
sentirmi scema
essere stanca del mondo
le promesse non mantenute
parlare

3.9.12

nelle (a)more



non so bene cosa succederà nei prossimi giorni. sono qui che aspetto e mi sembra un'eternità.
nemmeno loro sanno bene cosa succederà. sanno solo che quando aprono la porta, la aprono agli amici. e quando la chiudono, la chiudono lasciano fuori un mondo brutto. non è tanto ma è molto.

10.6.12

27.5.12

è successa una cosa.

e io devo per forza di cosa trarne delle conclusioni.
ieri ero su un palcoscenico. chiamata per nome e cognome. più volte. tra il pubblico c'era gente che conosco. che non era lì per me, ovvio. e che alla fine ha preso e se n'è andata senza salutare.
non gente che conosco così, di vista. gente con cui ho festeggiato feste in rosso sul calendario. gente a cui ho mandato messaggi e mail per mesi senza ottenerne risposta.

la conclusione che ne traggo è che
DOPO TANTI TENTATIVI, HO SCOPERTO IL MODO PER RENDERMI INVISIBILE.

figo.

6.5.12

fanculo la luna





nella classifica dei satelliti che più odio, la luna si guadagna di diritto la prima posizione.
(e ricordo a tutti i romantici e a tutti gli scrittori/poeti che la luna è SOLO UN PEZZO DI ROCCIA. né più né meno)

1.5.12

mi interrogo sui meccanismi mentali della gente. sulla selezione che la gente fa delle informazioni, in entrata e in uscita. mi chiedo se qualcuno, mentre parla o mentre parlano gli altri, ascolta. mi stupisco ogni volta della superficialità con cui la gente affronta la vita, propria e degli altri. tento di ricostruire le classifiche mentali che gli esseri umani si fanno. contatti di serie A e contatti di serie B. metto in ordine le domande fatte e che non hanno ricevuto risposta. tento di collocarmi tra le priorità degli altri. cerco un posto. pianifico strategie di risalita. fallisco. domando ancora e non ottengo risposte. oppure mi sento rispondere altre cose. vedo la frenesia senza scopo con cui le persone vivono la vita. bene, grazie, e tu. studio l'orizzonte visivo dal quale è così facile sparire. sono l'unica che ascolta. sono l'unica che ha idea di tempi e spazi. l'unica che misura il tempo.

4.4.12

Ogni volta che ti do la lista della spesa, tu sei così impegnato a combattere l’ingiustizia che ti dimentichi di andare al mercato. ‏ (Zainab al-Khawaja, su Twitter)

Da un uomo libero ad una famiglia libera: continua lo sciopero della fame di Abdulhadi al-Khawaja
(Comunicato stampa pubblicato da Front Line Defenders ieri, 3 Aprile 2012)


“È impossibile pensare che il Gran Premio del Bahrein possa avere luogo nel caso in cui Abdulhadi al-Khawaja muoia in prigione durante lo sciopero della fame,” riferisce Mary Lawlor, direttrice di Front Line Defenders a Manama, “le autorità del Bahrein vogliono chiaramente dare l’idea che tutto segua nella normalità e sembrano indifferenti alle sofferenze di Abdulhadi, che è arrivato al suo cinquantacinquesimo giorno senza cibo, rischiando tragiche conseguenze.”

La delegazione di Front Line Defenders è stata in Bahrein tra il primo e il 3 Aprile per partecipare all’udienza del suo ex collaboratore Abdulhadi al-Khawaja davanti alla Corte di Cassazione. Adbulhadi non è stato condotto davanti al giudice e alla delegazione non è stato concesso il permesso per visitarlo nella prigione di Jaw.

“Mi è stato possibile parlare brevemente con lui al telefono e gli ho chiesto di mangiare almeno un po’,” ha detto Mary Lawlor, “ma lui ha insistito sul fatto che continuerà il suo sciopero della fame fino alla libertà, o alla morte. Sfortunatamente, conosco bene quanto possa essere determinato.”

Abdulhadi ha iniziato lo sciopero della fame la notte tra l’8 e il 9 Febbraio. Aveva già preso parte ad uno sciopero della fame collettivo di sette giorni, a partire dal 29 Gennaio, quindi, in totale, ha rifiutato il cibo per 62 giorni negli ultimi 65.

Ad oggi, ha perso il 25 per cento del suo peso corporeo, il che significa che corre il serio rischio di compromettere la funzionalità dei suoi organi. Secondo il parere medico richiesto da Front Line Defenders, è già in pericolo. Durante l’ultimo ricovero in ospedale, è stato messo sotto flebo e ha acconsentito a vari cicli di glucosio e minerali in forma liquida, ma al momento sembra rifiutare qualunque alimentazione eccetto l’acqua.

Abdulhadi è stato arrestato nell’Aprile 2011, torturato e condannato all’ergastolo dopo un processo ingiusto. Front Line Defenders ha incontrato la famiglia di Abdulhadi e il suo avvocato durante la visita e la famiglia ha consegnato la traduzione di una lettera ricevuta da Abdulhadi il giorno prima in cui si legge:

‘Mia cara e amata famiglia, da dietro le sbarre della prigione, vi mando tutto il mio amore e i miei pensieri. Da un uomo libero, ad una famiglia libera. I muri di questa prigione non mi separano da voi, ma ci avvicinano. Prendiamo forza dai bei ricordi. Ricordando ogni viaggio, ogni pasto che abbiamo mangiato assieme, tutte le conversazioni, ricordando ogni sorriso, ogni scherzo e ogni risata. La distanza tra di noi sparisce, grazie al nostro amore e alla nostra fede. È vero: io sono qui, e voi siete là fuori. Ma voi siete anche qui con me, e io sono là fuori con voi. La nostra sofferenza è resa più sopportabile quando ricordiamo che abbiamo scelto questo cammino difficile e abbiamo giurato di seguirlo. Dobbiamo essere pazienti nel nostro dolore, e non dobbiamo mai lasciare che le sofferenze invadano il nostro spirito. Lasciamo che i nostri cuori siano pieni di gioia, e della consapevolezza della responsabilità di cui ci siamo fatti carico fino alla fine: questa vita è fatta per intraprendere un cammino di verità agli occhi di Dio’.

Front Line Defenders ha fatto richiesta alle autorità del Bahrein affinchè Abdulhadi possa essere portato in Danimarca per cure mediche (Abdulhadi ha doppia cittadinanza, danese e bahreinita). Il tempo per risolvere questa situazione ed evitare tragiche conseguenza per Abdulhadi e il Bahrein sta per finire.

26.3.12

serie di riflessioni senza alcuna importanza e senza disegnini

partiamo da una raccolta di dati in ordine sparso.
una (amica di nessuno) mi ha detto che non è colpa mia se sono antipatica, che fa niente, ognuno è fatto a modo suo.
una (amica mia) mi ha detto che ora ci si mette d'impegno e la smette di cercare conferme della sua simpatia, del suo essere interessante o bella, negli altri.
uno adora ribadirmi che io non so stare con la gente, non mi piace stare con la gente, non saluto nessuno, mi dimentico i nomi, e forse sono io che non piaccio alla gente, e non la gente che non piace a me.

io comincio a convincermi di emanare come un'aura di antipatia e disgusto. o forse puzzo e non me ne sono ancora accorta.

alle volte ho come l'impressione che abbiano tutti ragione.
e se venisse confermato il sospetto che ho su ieri sera, tutte le precendenti affermazioni troverebbe come per magia conferma.

sticazzi.


21.3.12

quello che ancora mi stupisce del genere umano

è la sua capacità di raccontarsi storie, e crederci.
di priorizzare, giurando nell'assoluto, e poi venir meno al proprio stesso giuramento come se niente fosse.
di credere di credere nelle cose e poi subito dopo non crederci più.
di dire io non ho fatto niente di male, senza rendersi conto che già il solo dirlo, mette dalla parte del torto.
e non sentirsi in colpa.

tutto stanca e tutto consuma.

un parto


19.3.12

pausa di riflessione

(premetto che non è il piu' bello e me ne scuso in anticipo)

ho letto un libro si chiama 'il segreto' [omissis] ha presentata una legge spirituale che aiuta li gente a vivere meglio. [omissis]
chi significa che la vita porta alla persona questo che lui pensa. [omissis] la legge di attrazione attra i nostri idee, e le porta ai nostri vite. io penso che questo è vero, ma per me questo non è la legge di attrazione ma la fede. e per molto genti la fede cambia la via, ogni persona ha una fede, la fede a dio, la fede alla terra, la fede a budha.

[omissis]
la speranza rista alla fine, malgrado le probleme della vita.

 

il dubbio del giorno

dare un giudizio o un consiglio a qualcuno che non te lo chiede, è maleducazione.
restare bloccati senza sapere se dire o no a qualcuno che quello che sta facendo, e in cui sta riponendo energie e speranze, lo sta facendo male, è letale.

18.3.12

poi uno dovrebbe smettere di fumare

la notte è andata come è andata, e va bene così.
stamattina sveglia alle 6 e qualcosa.
inizio a mandare mail alle 8.
con un lavoro finito ieri sera in attesa di via libera per la pubblicazione.
scrivo per chiedere che mi chiamino quando pagano il tipografo, che in quei soldi lì ci sono anche i miei.
scrivo per chiedere se hanno preso accordi per la consegna delle stampe fatte e finite.
chiamo l'uomo dell'acqua per dirgli di passare in mattinata.

non so ancora niente del lavoro da pubblicare.
il tipografo è passato, ha firmato e se n'è andato anche coi soldi miei.
hanno consegnato tutto e bon. io vedrò il lavoro quando verrà distribuito e ciao.
ho chiamato alle 4 per sapere dove cazzo sta la mia acqua e ho richiamato alle 5,30, urlando dove cazzo sta la mia acqua (e non credo che il signore abbia capito il mio 'mamusakkarstocazzo'...colpa mia).

poi uno dovrebbe smettere di fumare.
mavaffanculo.

esco, fumo una sigarette. e poi vado a comprare l'acqua. 

osservatorio_altri


8.3.12

ottomarzounpaiodipalle (cose che odio dover ammettere)

faccio mille lavori.
ne ho sempre fatti mille tutti insieme e solo in un caso ho lavorato con uomini, o per lo meno in una realtà prettamente maschile. e non faccio la ballerina classica, eh. non ho mai lavorato in una fonderia, ecco.
nelle scuole o nelle università, (quasi) tutte donne.
all'ufficio culturale dell'ambasciata, donne.
in tutte quelle cose che hanno a che fare con la cultura in generale, donne.
nella cooperazione internazionale, (quasi) tutte donne.
nel giornalismo, (quasi) tutte donne.

mi giro e di uomini ne vedo, in un paese dove (quasi) tutte le donne stanno a casa, nascoste. o per strada, ma ugualmente nascoste.
ma forse abbiamo vinto. abbiamo fatto una lotta, per arrivare (anche qui) a far prendere la pillola alle nostre figlie, per farle studiare, per far credere loro che potevano davvero fare quello che volevano. ma abbiamo accettato troppi compromessi, troppe regole degli uomini.
e gli uomini? e gli uomini no. non li abbiamo educati alla lotta, alla conquista del loro posto nel mondo. li abbiamo lasciati liberi di occupare quel posto che loro credevano di proprietà. non abbiamo insegnato loro il valore di quel posto. e poi ci ritroviamo a parlarne, della loro inadeguatezza, scherzandoci sopra, ridendo. ma non fa ridere. se un uomo può ancora oggi vantare diritti su una donna, sua o incrociata per casa per strada, se un uomo può ancora credersi migliore o superiore, se un uomo oggi non crede di dover chiedere scusa o di dover lavare i piatti, no, non abbiamo vinto.

no, non abbiamo vinto.
ci siamo e m a n c i p a t e. ma a che prezzo? un mese e giro la boa dei trenta. io mi sono e m a n c i p a t a da che? che non so mandar via due macchie che siano due dai vestiti? la mia e m a n c i p a z i o n e è la noncuranza con cui esco coi vestiti macchiati? forse. è la cena a noccioline e birra? forse. è il fatto che se accendo il forno, muore un angioletto? forse. sono i gatti di polvere che si aggirano per casa che ormai chiamo per nome? forse.

mi sarebbe piaciuto che invece la mia vittoria, e la mia e m a n c i p a z i o n e fosse stata un'altra.
avrei voluto vincere un posto in autobus accanto ad un uomo che NON mi guarda le tette. avrei voluto vincere un ambiente di lavoro dove tutti danno tutto quello che possono in ragione di quello che hanno. avrei voluto vincere un ciclo ormonale stabile (solo per evitare la straziante sofferenza che mi provoca vedere il tg nella settimana prima del mestruo). avrei voluto vincere un paio di occhi diversi, che non si stupiscono a vedere una ministra, una sindaca, una amministratrice delegata, e una bocca diversa, che non sottolinea il fatto che un posto di responsabilità sia ricoperto da una che fa la pipì seduta. e soprattutto avrei voluto vincere un'altra espressione per sostituire 'è una donna con due coglioni così'.

perchè anche io discrimino, anche io mi abbandono al sessismo, anche io distinguo tra maschio e femmina.

6.3.12

alle volte penso che la cosa più importante sia fare solo quello che piace e che si ha voglia di fare. lo stesso vale per le cose che si pensano e che si dicono. però poi si deve avere la forza di difendere le proprie azioni, i propri pensieri e le proprie parole. e il difficile è essenzialmente quello.

2.3.12

iodisegnoamodomio_maninviaggio


ieri pensavo alla dipendenza da digitale. allora per far vedere che non sono dipendente da niente (due giorni che non fumo, ci penso in continuazione e mangio nutella) ho preso il pennello magico, quello con l'acqua dentro, e ho fatto questa cosa qui per questo concorso qui. fatto e finito in tempo record. e in digitale ho solo sistemato un po' i livelli, mica che ho fatto correzioni o altre robe, eh.


poi avevo fatto anche questo per un altro coso ma siccome andava sistemato in digitale, l'ho lasciato lì, che questa è la settimana senza digitale (finisce domani. e non è nemmeno durata una settimana).

nevica ed è un casino.
pensare che c'è gente che è venuta fino a qui per vedere la neve per la prima volta in trent'anni di vita.
per dire, eh.